Perché i giapponesi scrivono da destra a sinistra, leggono da destra a sinistra e addirittura dall’alto verso il basso?
Forniamo subito una risposta semplificata, per poi approfondire il discorso.
In realtà i giapponesi tendono a riprodurre con la voce quello che hanno scritto e la metodologia deriva dai tempi antichi, direttamente dal cinese.
Questo perché i territori dell’Estremo Oriente poco hanno avuto a che vedere con l’Occidente e quindi non sono stati influenzati dalle tradizioni lontane anni luce dal loro Paese.
Questa estraneità dei giapponesi dal mondo occidentale è stata a volte una scelta, altre volte indotta.
Si dice che le prime scritture nipponiche avvenivano tramite ideogrammi che iniziavano nella parte alta destra del foglio e scendevano verso il basso.
La tradizione vuole che la scrittura giapponese vada da destra verso sinistra oppure dall’alto a scendere, anche se è talvolta ammesso, soprattutto in epoca attuale, scrivere alla maniera Occidentale, da sinistra a destra a seconda dei casi e alcuni libri vengono addirittura stampati secondo questa “nuova” visione moderna.
La calligrafia Giapponese : Alla ricerca di estetica e armonizzazione
Se da noi scrivere significa prevalentemente esprimere un concetto o esporre un racconto, in Giappone vige l’idea che la scrittura deve pure rispondere ad esigenze estetiche.
Leggere un testo in giapponese deve appagare anche la vista e la forma calligrafica richiede la perfetta armonizzazione con il contenuto, al fine di facilitare la comprensione.
I diversi stili di scrittura nipponica, riconosciuti nella lingua, sono stati assegnati a diversi tipi di contenuti.
Ciò significa che i testi storici sono scritti in un modo, quelli moderni in un altro, quelli che invece sono più poetici o descrittivi vengono espressi ancora con altro sistema.
In Giappone non è solo utile scrivere bene sotto l’aspetto grammaticale e della forma, ma anche il lato puramente calligrafico ha la sua rilevanza.
I tratti che compongono le lettere e i termini vengono rappresentati in maniera elegante e armonica, trasmettendo un messaggio intrinseco che profuma di spiritualità e sacralità.
Gli aspetti riflessivi, la comprensione della lingua, del senso della vita e la ricerca della verità, passano tutti per la calligrafia e la scrittura.
Lo scrivere in Giappone diviene quasi un’arte, un rito spirituale che prevede un pensiero e una riflessione, concentrazione, tranquillità e pace.
Per il giapponese scrivere deve essere un gesto preceduto da una riflessione profonda, da una meditazione che porta il soggetto a trasmettere sicurezza e serenità.
Solo così la calligrafia sarà bella da leggere, da vedere e da comprendere, fino a diventare l’espressione di un’emozione.
L’arte dello scrivere è talmente importante che vi sono corsi obbligatori a partire dai primi anni di scuola e che si protraggono ancora in alcune facoltà universitarie: l’allievo è libero di scegliere dove e come migliorare gli aspetti della sua scrittura.
Nulla in Giappone, parlando di scrittura e calligrafia, viene lasciato al caso.
Il punto di inizio, quello di fine, la direzionalità, le linee e addirittura gli spazi bianchi, sono formulati con lo scopo di avere un equilibrio armonico in grado di trasmettere saggezza.
Quelli che a noi sembrano improbabili geroglifici o scarabocchi, sono in realtà la massima espressione dell’equilibrio zen, della riflessione e della serenità dell’animo.
Un po’ di storia di scrittura giapponese
Fino a prima del secolo IV il popolo nipponico non si avvaleva di un vero e proprio metodo sistemico di scrittura.
Fu infatti dal secolo V che qualcosa venne ripreso dalla scrittura cinese in maniera più netta e decisa.
In realtà il cinese era abbastanza conosciuto nel Paese nipponico, poiché i consumatori del Giappone interpretavano le indicazioni riportate sui beni di importazione.
I primi risultati furono di un mix tra il giapponese e il cinese, secondo un’ibridazione che comunque, pur non essendo ancora ufficiale, diventava comunque comprensibile.
Nell’Ottavo Secolo l’utilizzo dei caratteri cinesi ai fini della scrittura giapponese fu più massiccio e metodico, componendo uno stile che è stato reso noto come man’yogana.
Questo si caratterizzava per associare i caratteri calligrafici ai suoni della loro stessa pronuncia.
I caratteri della Cina trovarono in Giappone una loro evoluzione, ma al tempo stesso anche una loro identità.
L’associazione tra la scrittura e il suono portò alla formazione di due stili differenti, come Hiragana e Katakana.
Questi due diversi modi di scrittura sono presenti ancora oggi e possiamo affermare che la scrittura moderna giapponese derivi dall’unione di essi.
Miscelando i loro caratteri, unendo anche lo stile Kanji (altro metodo di scrittura tipico del Giappone), si ottiene il giapponese moderno che rimane comunque ancorato alle tradizioni locali.
Una alternativa riguarda invece la possibilità di vedere alcuni caratteri tipici dell’Occidente presenti in alcuni contesti attuali, con scritture che inseriscono lettere di chiaro stampo romano.
Questo modo di scrivere, che talvolta esula anche dall’andamento da destra a sinistra, è principalmente impiegato quando è forte l’influenza del marketing e i concetti provenienti dal mondo occidentale, soprattutto con parole e termini di chiara impronta e matrice anglosassone.
Le direttrici di scrittura giapponese
La tradizione prevede la scrittura verticale, dall’alto in basso partendo da destra a sinistra.
Non è però una regola ferrea e irremovibile, ma al contrario è bypassabile mediante una scrittura che segue una direzionalità orizzontale, tendenzialmente da destra verso sinistra.
Il motivo è presto detto: dipende dallo stile calligrafico utilizzato.
Lo stile Kanji non è semplice da uniformare e siccome la scrittura in Giappone è anche sinonimo di bellezza estetica, porre caratteri Kanji di pari altezza non è certo cosa semplice.
Ecco che la verticalità fa perdere il riferimento e le diverse dimensioni si notano meno.
La scrittura orizzontale è nata per motivi pratici e uno dei principali ambiti in cui è stato possibile vedere le prime scritture non verticali erano le insegne dei negozi.
I tradizionali stendardi verticali hanno lasciato spazio alle insegne con le scritte orizzontali da destra a sinistra.
Questo verso di scrittura deriva dall’abitudine storica di scrivere, seppure in verticale, partendo dalla parte destra alta del foglio, ossia quella che prima di tutte risultava essere la più comoda per la maggior parte delle persone (tranne i mancini).
Oggi la scrittura orizzontale da destra a sinistra sta tendendo a scomparire.
Prevalgono il verso occidentale, da sinistra verso destra in orizzontale, oppure la classica tradizione nipponica che prevede l’andamento verticale iniziando da destra.
La scrittura orizzontale da destra a sinistra si identifica invece come un ibridazione tra il mondo moderno di oggi e i dettami stilistici di moltissimi secoli addietro.
Scrivere un testo orizzontale oppure in verticale presenta alcune differenze che si esplicitano più che altro nella punteggiatura, nel posizionamento delle parentesi e in alcuni caratteri che per esigenze appaiono più piccoli.
Questo più che altro è notabile in caso di scrittura su fogli quadrettati, mentre tali differenze sono praticamente inesistenti in caso di scrittura su foglio bianco (mancano i riferimenti).
Alcune linee cambiano il loro senso in base alla scrittura verticale o orizzontale, mentre altre rimangono immutate nel verso.
Nella scrittura orizzontale da destra verso sinistra alcune linee tipicamente orizzontali rimangono tali, ma divengono verticali in caso di cambiamento di verso.
Un esempio classico ed esplicativo della moderna confusione relativa al verso di scrittura è certamente notabile osservando diversi giornali nipponici.
Sono ormai molti quelli che mettono il titolo in orizzontale (indistintamente da destra verso sinistra o da sinistra verso destra) e l’articolo in verticale.
Alcuni quotidiani, poi, diversificano i colori in base allo stile di scrittura utilizzato.
La scrittura orizzontale oggi è forse più pratica e immediata rispetto a quella verticale più complessa da interpretare e da leggere.
L’andamento da destra verso sinistra, invece, rimane tipico per chi invece è più legato alla tradizione.
Leggere da destra verso sinistra un testo scritto orizzontalmente è oggi più pratico e veloce.