Se ti piace il Giappone e la sua cultura è utile conoscere tutti i suffissi giapponesi che vengono abbinati ai nomi e ai ruoli, sia in ambito anagrafico, sociale e lavorativo.

Pur non funzionando esattamente come in Italia è comunque possibile fare un parallelismo e trovare una certa corrispondenza, almeno in diverse occasioni.

La lingua giapponese offre moltissime sfumature e diversi modi per riferirsi alle persone, in base all’onoreficenza, alla professione e allo status sociale.

Per questo ci sono moltissimi suffissi giapponesi fondamentali da conoscere, per saper in modo consono e appropriato la lingua e la stessa cultura.

La storia linguistica del Giappone è vasta, ricca di tradizione e valori diversi, grazie anche a dei “pronomi” specifici per classificare o definire delle cose o delle differenti personalità.

I diversi suffissi giapponesi, inoltre, permettono di differenziare degli interlocutori, di individuare con immediatezza persone ritenute alto locate e superiori dal punto di vista gerarchico (ad esempio una personalità religiosa o politica), determinati gruppi sociali.

Infine potrebbe mutare, nella lingua formale, l’utilizzo della prima e terza persona.

Perciò, la particolarità e l’importanza dei suffissi è determinante per comprendere al meglio la lingua nipponica e se si ha competenza nel parlarla, sapersi esprimere in modo corretto con le persone con cui si sta parlando.


Quando Si Usano I Suffissi in Giapponese?

I suffissi giapponesi hanno una valenza di classificazione sociale e personale, avendo inoltre una valore di tipo onorifico per i nipponici.

Insomma, nello specifico, i suffissi si usano per differenziare nomi femminili, maschili, nomi tra coetanei, colleghi o superiori, nomi e cognomi tra parenti e anche per nomi o ruoli utilizzati nell’ambito lavorativo.

Il buon utilizzo di questi suffissi onorifici è fondamentale per mostrare una profonda educazione nelle relazioni tra le persone, poiché in Giappone il rispetto della lingua e delle differenti personalità è essenziale.

Le molteplici onorificenze danno, quindi dei significati totalmente diversi alla comunicazione tra due interlocutori: nel caso di due coniugi o compagni di vita, ad esempio, si utilizza spesso lo yobisute, spesso usato anche tra maestri e alunni.

Infine, i suffissi vengono posti al termine delle parole o dei nomi, in base alla classificazione da assegnare.

I suffissi vengono molto utilizzati anche per chiamare o definire gli animali, ad esempio se si aggiunge alla parola cane o cucciolo il suffisso finale “chan”, il significato potrebbe essere “un cane carino”, quindi il suffisso va a prendere una valenza attributiva.


Quali Sono I Principali Suffissi Giapponesi?

I suffissi principali utilizzati nella lingua giapponese sono fondamentalmente quattro.

Questi non sono tanto i più importanti, ma sono sicuramente i più utilizzati nel linguaggio quotidiano.

In realtà i suffissi giapponesi sono di più e infatti ve ne sono molti altri più specifici, fino ad ampliare la classificazione più importante a otto o più.

SuffissoQuando Si Usa
Chan e KunPer Bambini e Amici Stretti
SanSituazioni Formali e Lavorative per portare rispetto
SamaIn Ambito religioso o di grande rispetto
DonoPersone di grande importanza e o potere politico o economico
SenseiDottori, maestri e persone di grande esperienza
Sempai/KohaiCompagni di scuola di classi superiori
Ojisan/ObasanZii e zie
otōsan/OkaasanPadre e Madre
Aniki/ AniueForma di grande rispetto per Fratello e Sorella Maggiori
Otouto/ImoutoFratello e Sorella Minore
Oniisan/ OneesanFratello e Sorella Maggiore
Onii-chan/Onee-chanSempre Fratello e Sorella Maggiore ma in maniera più affettuosa

Perché Si Usa San Dopo I Nomi Giapponesi?

San è uno dei suffissi giapponesi più usati e comuni, poiché viene utilizzato per denominare uomini, donne, ragazzi o ragazze nel situazioni formali e informali.

Il suo significato sarebbe quello di signore o di signore.

Viene usato, inoltre, per classificare il personale in ambito lavorativo: ad esempio una persona che lavora presso una libreria vedrà aggiunto san dopo il nome della sua professione, indicandolo quindi come “l’uomo dei libri” o “il signore della libreria”.

San trova impiego anche in un contesto aziendale o in qualche attività (magari per denominare delle sedi aziendali diverse, quindi al nome dell’impresa principale viene aggiunto san per definire il distaccamento).

Il suffisso san viene spesso usato per definire in maniera diversa animali o cose, aggiungendolo al nome ed esprimendo così un aggettivo ad esso riferito.

San significa anche tre in giapponese, quindi quando c’è un quantitativo di persone da stabilire, per il indicare il terzo si aggiunge alla fine della parola “san” al nome della persona o dell’oggetto.


Cosa Significa Chan In Giapponese?

Chan è un suffisso utilizzato spesso nella lingua nipponica per definire qualcosa di piccolo o minore tra le persone o le cose.

Viene molto usato per definire dei bambini o delle bambine, soprattutto in contesti informali, di conoscenza o di amicizia, in cui c’è anche dell’affetto.

Chan è molto sfruttato anche in contesti di scherno o prese in giro tra amici maschi, ma spesso usato per chiamare delle conoscenze molto vicine o anche degli animali domestici.

Il suffisso non deve assolutamente essere utilizzato tra persone che non si conoscono, altrimenti si potrebbe risultare maleducati.

Da un punto di vista grammaticale, potrebbe avere una valenza vezzeggiativa.


Sama È Un Titolo Gerarchico Giapponese?

Sama è considerato un suffisso giapponese che viene inserito al termine del nome quando si comunica con una persona di livello superiore, in un contesto lavorativo, famigliare e scolastico.

Il sama è usato anche per denominare un gruppo di persone aristocratiche oppure che hanno una discendenza nobile, spesso anche nel mondo delle divinità (esempio Kami sama).

Se il suffisso viene usato per rappresentare sè stessi in un contesto, potrebbe significare che la persona che si chiama “sama” sia un ribelle impertinente e pieno di sè, risultando quindi scortese e maleducato.

Alla luce di ciò è sempre meglio, quindi, assegnarlo agli altri e mai a sè stessi.


Perché Si Utilizza Kun Per Chiamasi Tra Amici In Giappone?

Kun si inserisce alla fine dei nomi in contesti informali, sempre in rapporti di amicizia o legame affettivo, però riferendosi maggiormente ai ragazzi e solo molto raramente alle ragazze.

Kun viene utilizzato sempre con toni amichevoli tra ragazzi maschi il cui rapporto appare ormai consolidato.

Vale anche tra colleghi di lavoro, tra nonni e nipoti oppure tra conoscenti, a patto che ci sia però grande confidenza.


Quali Sono Altri Suffissi Giapponesi più Famosi?

Oltre ai suffissi più utilizzati in Giappone, ve ne sono altri che invece trovano un impiego linguistico meno diffuso e più raro, ma non per questo meno importante.

  • Dono: questa particella viene usata per definire delle personalità che hanno del potere, come se fossero dei padroni, signori oppure datori di lavoro. Chi è definito dono ha una superiorità nei confronti della persona che parla e in seguito si usa spesso anche in caso di scherno per sottolineare una esagerazione di anzianità.
  • Sensei: viene usato per rappresentare un maestro, un professore o un dottore, soprattutto in ambito scolastico e lavorativo. In Giappone si utilizza spesso per identificare una persona con una grande esperienza di vita, quindi anche una personalità molto anziana e saggia. Solitamente viene rivolto a chi è molto colto e mostra una conoscenza superiore all’interlocutore.
  • Senpai e Kohai: questi due suffissi vanno analizzati insieme poichè sono l’uno l’opposto dell’altro. Sanpai accanto a un nome viene utilizzato per identificare una persona di grado superiore, solitamente in un contesto lavorativo o scolastico. Con questa particella si chiama un collega con una competenza più alta oppure un compagno di scuola che frequenta una classe superiore. Il contrario di senpai è kohai, ossia una persona poco pratica o di grado leggermente inferiore rispetto al proprio, sebbene non sia utilizzato in accezione negativa o denigratoria.
  • Shi: questa ultima parola viene associata ad un nome quando si è in un contesto formale, in cui non c’è una conoscenza diretta tra le persone (in caso di atti burocratici o legali, oppure sempre in ambito scolastico o accademico). Un classico esempio è un giudice che si rivolge ad un avvocato che non conosce. Ma questo titolo vale anche in forma scritta e non solo parlata.

Perché Si Usano I Suffissi Nella Lingua Giapponese?

I suffissi giapponesi vengono utilizzati per chiarire quali gradi gerarchico – sociali hanno le persone e che rapporti si hanno con gli stessi soggetti, soprattutto nei contesti diversi che si incontrano durante la propria quotidianità.

Gli stessi suffissi, però, si utilizzano anche per esprimere un rapporto confidenziale e in ottica vezzeggiativa.


Ci Sono Termini Giapponesi Che Identificano I Gradi Fmiliari?

In ambito famigliare, ci sono delle specifiche onorificenze per differenziare i diversi componenti della stessa famiglia: i fratelli e le sorelle maggiori si identificano con il nome oniisan e oneesan, oppure oniichan e niichan.

Per chiamare i fratelli e le sorelle minori si usa otouto e imouto, con magari l’aggiunta di chan per essere ancora più affettuosi e confidenziali.

Ojisan e obasan si usano invece per chiamare gli zii, sia maschili, sia femminili.

Le persone più anziane e quindi i nonni, soprattutto molto vecchi, si chiamano ojiisan e obaasan, mentre per i genitori si utilizza otōsan e okaasan.

Se si devono chiamare delle persone, che compongono un gruppo famigliare molto elevato si aggiunge sempre il suffisso sama al nome e cognome, per elevare ulteriormente la nomea.


Perché San Dopo Il Nome È Il Suffisso Più Utilizzato In Giappone?

Il San è il suffisso più comune è utilizzato tra i giapponesi, in quanto è utilizzato quotidianamente con riferimento alle persone o alle cose più comuni.

E’ un modo per usare dei termini più educati e cortesi in presenza di persone che non si conoscono o che sono inserite in un ambito anche informale.

Per un turista, usare san dopo un nome di un individuo giapponese potrebbe essere un modo di relazionarsi davvero gentile e garbato.


Perché Nel Sol Levante I Giapponesi Si Chiamano Per Cognome Con L’aggiunta Del Suffisso Finale?

L’antica tradizione giapponese prevede moltissime usanze, soprattutto in ambito linguistico.

Chiamare per cognome delle persone, significa attribuire un valore personale, soprattutto in caso di famiglie molto rinomate e ricche.

Inoltre, l’aggiunta del suffisso aumenta ulteriormente il valore della persona.

In quasi tutti i contesti formali, sia al lavoro, sia a scuola si utilizza sempre il cognome e il nome si utilizza solamente in ambito famigliare, con la conseguente aggiunta del suffisso più consono e famigliare.

In casi burocratici, si mette sempre prima il cognome e poi il nome, anche per le rispettive firme.

I suffissi onorifici si usano maggiormente nel parlato, distinguendo in modo consono e saggio le diverse situazioni.

Insomma, da un punto di vista linguistico e culturale, il nome viene assorbito completamente dal cognome in ambito sociale, vista l’estrema importanza e rilevanza dello stesso cognome.

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