Se volete cambiare vita, l’Asia potrebbe rappresentare una soluzione ideale.
Il continente è talmente grande che per clima, luoghi, natura, pressione fiscale ridotta, troverete sicuramente un posto per vivere meglio.
Il costo della vita è mediamente basso e ci sono grandi città (alcune grandissime), così come paesi più piccoli a misura d’uomo, oppure villaggi molto tranquilli.
Le opzioni non mancano di certo.
Sono diversi gli italiani che stanno prendendo la via dell’Est per godersi la pensione, per effettuare operazioni di investimento o per mollare tutto e cambiare vita, radicandosi in culture, abitudini e mentalità diverse, ma anche in una nuova impresa di business.
Chi ha già raggiunto l’età della pensione può sicuramente ritrovare serenità e relax, togliendosi qualche sfizio grazie a diverse opportunità e a un costo della vita che innalza il potere di acquisto del pensionato europeo.
Sicuramente Thailandia e Filippine sono le mete più gettonate e maggiormente favorevoli, il Giappone rappresenta una scelta coraggiosa ma che è comunque motivabile, mentre l’Indonesia può essere un’interessante via di mezzo.
Altre possibilità di scelta sul luogo in cui trasferirsi in Asia per vivere meglio sono date dall’India e dalla Malesia.
Paesi opposti dal punto di vista sociale e culturale, ma dove in entrambi è possibile vivere bene e con un esborso economico ragionevole.
Vediamone alcune soluzioni possibili per capire dove trasferirsi in Asia per vivere meglio.
Trasferirsi in Thailandia
Andare a stare in Thailandia significa cambiare totalmente mentalità e modo di vivere e chi desidera abbandonare l’Italia perché troppo stressato e oppresso dalla burocrazia, può pensare all’Asia scegliendo la meta thailandese.
Pregi e difetti sono presenti sicuramente in ogni Paese, ma in Thailandia vige una mentalità che è opposta a quella dell’Occidente: meno frenesia, più tranquillità nel fare le cose, orari dei servizi pubblici più ampi in modo che è possibile interagire e svolgere le commissioni con più tempo e minori affanni.
Le leggi vengono applicate e i controlli ci sono, soprattutto a livello fiscale, ma qui le tasse ammontano a percentuali ridotte e quindi tutti pagano, soprattutto gli stranieri che decidono di trasferirsi in questa terra (l’imposizione fiscale sugli utili ammonta al 20%).
Chi si trasferisce per motivi lavorativi ha alcune interessanti agevolazioni, a patto che vengano assunte persone del luogo in numero minimo.
Chi invece preferisce la Thailandia in età pensionata, può sicuramente apprezzare tutta la tranquillità e il basso costo della vita locale, a partire da una percentuale IVA che è del 7%.
Con l’equivalente di un migliaio di euro al mese, in Thailandia è possibile vivere in maniera agiata per un paio di mesi (forse anche per 3 mesi), divertendosi e togliendosi qualche soddisfazione, anche perché tra le varie nazioni asiatiche, probabilmente proprio in questo luogo la vita è meno cara. (Approfondimento : 18 cose da sapere prima di andare in Thailandia)
Inoltre il mare locale vanta alcune tra le migliori spiagge dell’intero continente asiatico.
Dal punto di vista sanitario, pur essendoci qualche problema organizzativo, tutti i residenti locali hanno diritto ad un posto negli ospedali in forma assolutamente gratuita per quanto riguarda le spese mediche.
Per il resto, la cultura del Paese è molto ospitale e l’integrazione con gli stranieri non è respinta, ma al contrario, benvenuta.
Sarà anche grazie a questo che sono ormai moltissimi i pensionati che decidono di trasferirsi in Thailandia, trovando anche lo spazio per impostare qualche investimento economico.
Trasferirsi in Indonesia
Dell’Indonesia la maggior parte delle persone ricorda esclusivamente Bali, ma in realtà ci sono anche altre località interessanti che offrono opportunità diverse, sia per chi intende trasferirsi per lavoro oppure per godersi i soldi della pensione in maniera diversa, aumentando, di fatto, il potere di acquisto.
Questo è possibile perché il costo della vita non è troppo caro e si riesce a vivere bene impegnando meno denaro rispetto all’Europa.
Chi nel “vecchio continente” svolge una vita normale, in Indonesia starebbe economicamente molto bene.
Anche il modo di vivere la quotidianità è differente: più sorrisi, meno tensioni e più rilassatezza, e anche camminando per strada è facile accorgersi.
Specialmente nella zona sud della nazione, alcune cose stanno rapidamente cambiando a fronte di un Paese che si sta evolvendo rapidamente e sta, per certi versi, raggiungendo l’Occidente, più che altro dal punto di vista lavorativo ed economico.
Qui il costo della vita sta lievemente salendo, ma rimanendo pur sempre inferiore a quello dei Paesi dell’Europa Centrale.
Anche il traffico in alcune città è in aumento e a volte pare, guardandosi in giro, di ritrovare angoli tipicamente europei.
Se dal punto di vista della socializzazione la situazione è piuttosto rosea, sotto l’aspetto della burocrazia per ottenere il permesso di lavoro la questione è un po’ più complessa.
I fanulloni non sono ammessi.
I titoli di studio vengono apprezzati e valorizzati, soprattutto se conseguiti in università europee: la visione indonesiana prevede che una eventuale assunzione di un cittadino straniero deve portare un valore aggiunto al Paese, trasferendo informazioni, conoscenze ed esperienza.
Questo è il motivo per il quale anche persone non più giovanissime sono ben accolte.
La gente è socievole e il cibo non è affatto male.
Anche per la persona di mezza età risulta facile integrarsi e portare avanti nuovi passatempi e passioni.
Le persone meno giovani troveranno beneficio ulteriore grazie alla presenza del mare e di spiagge magnifiche.
Trasferirsi in Giappone
Tra i Paesi asiatici, sicuramente il Giappone è quello più evoluto e più avanzato tecnologicamente.
Il costo della vita non è certo tra i più bassi del continente, ma una cosa è certa: si vive a lungo e bene.
Questo perché pur essendo nettamente più piccolo della Cina, presenta uno status sociale differente e alquanto vario.
Le città sono davvero molto sviluppate, ma è facile trovare anche villaggi unici al mondo, sperduti, quasi come fossero piccole oasi nel deserto che riconciliano con il mondo.
Anche chi decide di trasferirsi nelle grandi città, passando dai capoluoghi italiani a quelli giapponesi, ne potrà trarre beneficio.
Paradossalmente i vantaggi maggiori sono per le persone più anziane che desiderano vivere un’esperienza di vita diversa: nelle mega metropoli nipponiche hanno a disposizione tutto nel raggio di pochissimi metri e per gli spostamenti il sistema trasporti giapponese è il top a livello mondiale.
Questo avvantaggia chi è solito vivere una vita abitudinaria: tutte le mattine alle 9.52 ci sarà quell’autobus o quel treno e arriverà a destinazione alle 10.09, sempre, ogni giorno.
Dal punto di vista della sicurezza per i cittadini il Giappone è in uno stato molto avanzato e moltissime città sono classificate tra le più sicure a livello mondiale.
Detto ciò, il servizio sanitario nipponico è ultra avanzato e pienamente efficiente, ma a pagamento.
Non è previsto il sussidio gratuito come invece si ha in Italia.
In compenso, lo Stato, elargisce un sussidio per i figli fino a 15 anni, in base al luogo di residenza.
Anche il livello di istruzione, pur essendo molto alto, richiede sborsi enormi.
Ecco perché andare a vivere in Giappone è più consigliabile a chi è già in pensione o ha già un profilo formato.
L’integrazione sociale non è semplice, ma nonostante questo alcuni italiani hanno preso la decisione di trasferirsi dall’altra parte del mondo, in una cultura così lontana dalla nostra.
Nelle grandi città si hanno quindi i servizi a portata di mano, ma il costo della vita è elevato, per certi versi molto simile (se non poco oltre) a quello italiano.
Per risparmiare è sufficiente scegliere una destinazione differente, in un villaggio di periferia oppure in una città più a misura d’uomo.
In queste situazioni è più facile risparmiare e riuscire a gestire con maggiore parsimonia le proprie risorse.
Chi in Italia sta bene economicamente perché ha una buona pensione, continuerà a star discretamente bene anche in Giappone se sceglie il giusto posto dove trasferirsi.
Il sistema fiscale nipponico potrebbe convenire in quanto viene calcolato in base al reddito.
La percentuale di aliquota è calcolata sull’ammontare del reddito anno (dal 5% al 40% per i più ricchi e benestanti) e per i meno abbienti è davvero a bassa incidenza (basti pensare che chi ha un reddito di 16 mila euro paga un’aliquota di 800 euro.
A seconda degli scaglioni determinati in base al reddito vi è poi un importo fisso da pagare relativamente gestibile.
Trasferirsi nelle Filippine
Spesso si leggono titoli di giornali o su pagine web che invitano a cliccare un determinato articolo che racconta e spiega come è possibile vivere con meno di 300 euro al mese nelle Filippine.
Questa propaganda ricorda molto quella delle auto, dove viene proposta una vettura di target medio alto con un prezzo vantaggiosissimo (a partire da), ma se ci si reca in concessionaria quella macchina, così configurata non la si troverà mai.
Nelle Filippine è sì possibile vivere con 300 euro al mese, ma solo se sei un filippino.
Se hai una mentalità europea l’impresa è impossibile, a meno che uno non acquisti una capanna in un villaggio sperduto, mangi cibo locale e ti metti a fare l’agricoltore.
Chi proviene dall’Europa vuole mantenere un tenore di vita più elevato e 300 euro non bastano.
Lo “slogan” però fa capire come nelle Isole Filippine la vita abbia un costo perfettamente sostenibile per un abitante europeo, anche se pensionato.
Se ci si trasferisce a Manila o nelle città, il conto da pagare appare molto salato, al pari di città come Milano, Roma, Firenze o Venezia.
Il segreto è trovare un compromesso e scegliere un paese limitrofo: qui, con un migliaio di euro al mese possibile vivere comodamente e in maniera agiata per un mese e mezzo o poco più. (Approfondimento : 23 cose da sapere prima di andare nelle Filippine)
Ciò rende conveniente il trasferimento a persone pensionate che hanno il desiderio di cambiare vita e stare in un luogo di mare, all’interno di un contesto molto tranquillo e sereno.
Non vi è corsa contro il tempo, non ci sono affanni da gestire per arrivare a fare qualcosa entro una certa data.
Inoltre la pressione fiscale mediamente è pari al 10% e questo è certamente un vantaggio che influisce sui consumi delle persone, le quali sono più incentivate non solo a corrispondere regolarmente quanto dovuto, ma anche a stimolare i consumi compiendo acquisti.
Questo anche perché chi svolge il lavoro di contadino o di piccolo commerciante rientra in due attività che sono esenti da pagamento tasse.
Le Filippine rientrano nelle nazioni che offrono speciali piani per i pensionati, per i quali viene proposto dal governo locale uno speciale visto che contempla l’opzione di diventare residenti in modo permanente.
Per ottenerlo è sufficiente dimostrare di avere una pensione di almeno 800 dollari al mese (1.000 dollari se si fa la domanda in coppia).
In generale un abitante del posto vive con uno stipendio equivalente di 250-300 euro al mese, ma un europeo vive molto bene con 500 euro al mese, quindi la parte restante è di avanzo e serve per far fronte, ad esempio, a cure mediche.
Qui la sanità non è gratuita ma è a pagamento a seconda di scaglioni prestabiliti.
Le strutture vanno agli ospedali pubblici, che sono considerati di basso livello, alle cliniche private decisamente più di qualità, ma a costi più elevati.
Una nota speciale la meritano i farmaci: difficilmente si trovano medicine uguali a quelle acquistabili nelle farmacie italiane.
E’ quindi importante avvalersi di controtipi e valutare eventuali effetti collaterali.
Per fare ciò è sufficiente rivolgersi ad un medico.